Gli strumenti
Lo strumento principe è l’organetto, strumento musicale nato nella prima metà dell’Ottocento attraverso vari esperimenti di Buschmann a Berlino, Demian a Vienna e Wheatstone a Londra. In Italia venne prodotto a livello industriale dal 1863 da Paolo Soprani nella famosa città di Castelfidardo (AN).
Altri strumenti caratteristici del folklore marchigiano sono le “castagnette“, spesso confuse con le nacchere, pur appartenendo alla stessa famiglia sono completamente diverse da queste sia per la fattezza che per l’uso. Si usano sempre in coppia, e ciascuna di esse è composta da due tavolette di legno scavate all’interno ed unite da un pezzo di cordone che, fissato tra le dita, permette aprendo e chiudendo le mani il battito delle due parti. Nelle Marche centrali, lo strumento prende il nome di ‘gnacchere’ o meglio ‘gnacchera’ in quanto viene utilizzata singolarmente per accompagnare il saltarello marchigiano.
Troviamo poi il tamburello, tipico della tradizione popolare, il tamburello ha origini antichissime: forse esisteva già nel secondo millennio a.C. ed era comune a tutte le civiltà antiche, dagli Ebrei agli Egizi, dai Sumeri agli Ittiti. Il tamburello, chiamato anche cembalo, si ricavava dal setaccio, sostituendo la retina metallica con pelle di gatto o capretto e praticando poi attorno alla cornice gli alloggi per fissare i piattini metallici che ad ogni percussione arricchiscono il suono col loro tintinnare.
Altri strumenti peculiari della tradizione marchigiana – maceratese sono: “il cerchio di botte” e “la sgrasciola“: il “cerchio di botte” produce il suono da un’asta di metallo che fatta roteare all’interno di un cerchio di botte, genera un suono a intonazione indeterminata. La “sgrasciola” viene ricavata dalla canna di bambù ad che batte sulla ruota dentata e produce un suono secco simile al gracidio delle rane.
Ad arricchire e completare il suono c’è poi il triangolo, costituito da una piccola barra di acciaio ripiegata a forma di triangolo con un vertice aperto per permettere le vibrazioni. Viene tenuto sospeso in vario modo e si percuote con una barra d’acciaio. Se ne hanno le prime testimonianze d’uso a partire dal 1400.
Troviamo poi la fisarmonica: Paolo Soprani è stato il primo costruttore di fisarmoniche nella nostra regione. La leggenda vuole che nel 1863 abbia ricevuto in dono un accordéon da un pellegrino Austriaco in visita al Santuario di Loreto ed ospitato nella sua casa. Dopo aver studiato lo strumento con cura, Soprani si affidò ad alcuni artigiani locali per apportarvi migliorie, in particolare al mantice e tastiera. Le fisarmoniche di Castelfidardo sono da sempre un’eccellenza marchigiana e sono esportate in tutto il mondo.
In ultimo troviamo la chitarra che completa il suono e arricchisce il ritmo della musica!
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